Il ventesimo secolo aveva appena l'età in cui di solito un bimbo comincia a mettere calzoncini corti stinti ricavati dalla stoffa di uno spezzato di uno zio benestante che tornava dalle colonie e già qualche quotidiano lo voleva in trincea. Nella redazione del neonato Corriere dei Piccoli, il direttore Spaventa Filippi era tanto terrorizzato dalla collaboratrice Paola Lombroso da lasciarle carta bianca e la figlia di cotanto papà era il più severo degli editor: nuvolette sostituite da dida in rima, manichea divisione tra buoni/belli e cattivi/brutti lombrosiani, finale senza cliffhanger e con morale included. Intollerabile. Ugo De Grandis, aiuto vice apprendista sgommatore di Sergio Tofano, era tornato dalle colonie con sogni di odalische vestite solo di fragranze esotiche che tentano esploratori perduti, in più sensi. Non osava raccontare a nessuno che tipo di fumetti avrebbe disegnato, se qualcuno lo avesse liberato da quegli assurdi ceppi. Bisogna pur mangiare e quindi, obtorto collo, Ugo si incollò al tavolo dall'alba al crepuscolo e se ne uscì con Miglio Scarmiglio, un fanigotto imboscato, come direbbe il Gassman " milanese " ne La Grande Guerra, che nel corso di una paginetta a sei vignette era redento e si trasformava in una ape operosa. Il grande Sto non si rendeva conto si trattasse di una blanda parodia del suo Bonaventura. Occhio non vede eccetera. Il personaggio fu accettato dalla signora Lombroso. Evviva. Non Ugo se ne uscì dalla sede del Corrierino con una piva che arrivava fino all'Ortica. Si sbronzò di assenzio in una bettola che nemmeno i primi saloon di Galep. L'ultima cosa che fu in grado di ricordare fu una retata dei gendarmi ed una damigella con un muso come quello di Sor Pampurio ed un fisico come quello del Kaptain vittima di Bibì & Bibò che russava nei paraggi delle sue ginocchia. Il giorno dopo fu licenziato e le sue tavole ridotte in tanti coriandoli. Si imbarcò come mozzo su di un cargo. Di passaggio in passaggio arrivò in Polinesia dove si mise a ritrarre le indigene. Felice ? Nah. Ogni tanto tornava a pensare alla Sora Pampuria, con il suo chassis da Barbapapà ante litteram e la sua scucchia da Dan Luttazzi stilizzato...
Il ventesimo secolo aveva appena l'età in cui di solito un bimbo comincia a mettere calzoncini corti stinti ricavati dalla stoffa di uno spezzato di uno zio benestante che tornava dalle colonie e già qualche quotidiano lo voleva in trincea.
RispondiEliminaNella redazione del neonato Corriere dei Piccoli, il direttore Spaventa Filippi era tanto terrorizzato dalla collaboratrice Paola Lombroso da lasciarle carta bianca e la figlia di cotanto papà era il più severo degli editor: nuvolette sostituite da dida in rima, manichea divisione tra buoni/belli e cattivi/brutti lombrosiani, finale senza cliffhanger e con morale included. Intollerabile. Ugo De Grandis, aiuto vice apprendista sgommatore di Sergio Tofano, era tornato dalle colonie con sogni di odalische vestite solo di fragranze esotiche che tentano esploratori perduti, in più sensi. Non osava raccontare a nessuno che tipo di fumetti avrebbe disegnato, se qualcuno lo avesse liberato da quegli assurdi ceppi.
Bisogna pur mangiare e quindi, obtorto collo, Ugo si incollò al tavolo dall'alba al crepuscolo e se ne uscì con Miglio Scarmiglio, un fanigotto imboscato, come direbbe il Gassman " milanese " ne La Grande Guerra, che nel corso di una paginetta a sei vignette era redento e si trasformava in una ape operosa. Il grande Sto non si rendeva conto si trattasse di una blanda parodia del suo Bonaventura. Occhio non vede eccetera. Il personaggio fu accettato dalla signora Lombroso. Evviva. Non Ugo se ne uscì dalla sede del Corrierino con una piva che arrivava fino all'Ortica. Si sbronzò di assenzio in una bettola che nemmeno i primi saloon di Galep. L'ultima cosa che fu in grado di ricordare fu una retata dei gendarmi ed una damigella con un muso come quello di Sor Pampurio ed un fisico come quello del Kaptain vittima di Bibì & Bibò che russava nei paraggi delle sue ginocchia. Il giorno dopo fu licenziato e le sue tavole ridotte in tanti coriandoli. Si imbarcò come mozzo su di un cargo. Di passaggio in passaggio arrivò in Polinesia dove si mise a ritrarre le indigene. Felice ? Nah. Ogni tanto tornava a pensare alla Sora Pampuria, con il suo chassis da Barbapapà ante litteram e la sua scucchia da Dan Luttazzi stilizzato...