I’ll do anything / for my sweet sixteen / and I’ll do anything/ for little run away child. Zeno "Toth" Totti non aveva la voce di Billy Idol e nemmeno la sua faccia da schiaffi di caricatura punk di ariano in un bordello in qualche film di un regista italiano che prendeva x il lato B la estetica nazi, ma torturava i suoi capelli con gel che sembrava cotenna perchè puntassero verso nord sempre, anche dopo il crepuscolo. Camminava nelle strade della Città Eterna deserta a Ferragosto nel suo quartiere sconosciuto ai turisti, gocciolando cotenna ed altro sotto un sole implacabile. Non aveva mai condiviso pensieri ed anelli con una sweet sixteen, ma era fermamente convinto che l'amore fosse dietro l'angolo. Cantava con il muso rivolto al sole protetto da lenti affumicate e non polarizzate e pareva Dave Bowie nel video di Lazarus. Girò l'angolo e buttò per terra una ragazzina biancolatte e vestita di nero. Si chinò a chiedere scusa, ma la pulzella si alzò di scatto infilandogli in tasca un pacchetto e dicendogli in fretta e furia che sarebbe tornato a riprenderlo e poi corse via. Toth credeva in tutta quella roba del karma e della reincarnaz e nei riti egizi e bizantini di cui aveva letto in zines a poco prezzo e credette di ri-conoscere Biancolatte, la perduta regina bambina Karmakleo compagna di re Toth nei gg prima della caduta di Atlantide. Se ne andò rapido con il pacchetto mentre una posse di tizi protetti da tute arancioni inseguivano il suo perduto amor. Toth non sapeva nulla di bio hazard. Non sapeva nulla che non arrivasse dal suo Idol o dalle sue riviste new age. Se ne stette tutto il pomeriggio alla finestra della sua cameretta ad aspettare Karmakleo con il pacchettino sul tavolo protetto solo dai suoi pseudo rayban. Lo trovò qualche giorno dopo una zia che passava a trovarlo ogni tanto per cambiare posto alla polvere. Era immobile e rinsecchito. La chioma ancora puntata verso il cielo.
I’ll do anything / for my sweet sixteen / and I’ll do anything/ for little run away child. Zeno "Toth" Totti non aveva la voce di Billy Idol e nemmeno la sua faccia da schiaffi di caricatura punk di ariano in un bordello in qualche film di un regista italiano che prendeva x il lato B la estetica nazi, ma torturava i suoi capelli con gel che sembrava cotenna perchè puntassero verso nord sempre, anche dopo il crepuscolo.
RispondiEliminaCamminava nelle strade della Città Eterna deserta a Ferragosto nel suo quartiere sconosciuto ai turisti, gocciolando cotenna ed altro sotto un sole implacabile.
Non aveva mai condiviso pensieri ed anelli con una sweet sixteen, ma era fermamente convinto che l'amore fosse dietro l'angolo. Cantava con il muso rivolto al sole protetto da lenti affumicate e non polarizzate e pareva Dave Bowie nel video di Lazarus. Girò l'angolo e buttò per terra una ragazzina biancolatte e vestita di nero. Si chinò a chiedere scusa, ma la pulzella si alzò di scatto infilandogli in tasca un pacchetto e dicendogli in fretta e furia che sarebbe tornato a riprenderlo e poi corse via. Toth credeva in tutta quella roba del karma e della reincarnaz e nei riti egizi e bizantini di cui aveva letto in zines a poco prezzo e credette di
ri-conoscere Biancolatte, la perduta regina bambina Karmakleo compagna di re Toth nei gg prima della caduta di Atlantide. Se ne andò rapido con il pacchetto mentre una posse di tizi protetti da tute arancioni inseguivano il suo perduto amor. Toth non sapeva nulla di bio hazard. Non sapeva nulla che non arrivasse dal suo Idol o dalle sue riviste new age. Se ne stette tutto il pomeriggio alla finestra della sua cameretta ad aspettare Karmakleo con il pacchettino sul tavolo protetto solo dai suoi pseudo rayban. Lo trovò qualche giorno dopo una zia che passava a trovarlo ogni tanto per cambiare posto alla polvere. Era immobile e rinsecchito. La chioma ancora puntata verso il cielo.